Critica

“Una mano libera, rapida, senza condizionamenti di sorta, sta all’origine della pittura di Silvano Bricola… una narrazione dapprima pacata, ma poi, sempre più carica di aggressività. Le sue costrizioni degli anni Settanta, in cui cavalli e uomini e alberi si trovavano coinvolti in complicati grovigli e partecipavano a metamorfosi suggestive, hanno via via dato luogo a puntuali riflessioni sul mondo reale, interpretato in una lettura incisiva e forte…

  • Ettore Ceriani - Le convivenze di Bricola e Saltarelli , 2017

    …Silvano Bricola si esprime tramite la figurazione, anche se la sua più che ad episodi della quotidianità sembra rivolgersi a vicende rivenienti da una antica memoria sedimentata nel tempo ed ormai entrata a far parte di un immaginario onirico. Le sue immagini in cui convivono uomini e cavalli rappresentano vicende epiche e pezzi di storia. Basterebbe ricordare il cavallo alato Pegaso, quello in legno che permise ai Greci di espugnare Troia, la Battaglia di Balaklava, il celeberrimo cavallo di Michelangelo ed i cavalli con cavaliere di Marino Marini, il cavallo del Cid Campeador, la caduta da Cavallo di San Paolo. Non c’è da meravigliarsi: il cavallo, animale nobile oltre che domestico, ha una storia lunga. I primi esemplari sono comparsi nel Nord America alla stato selvaggio per poi passare in Asia e in Europa. Dal continente americano però scomparvero verso la fine del Terziario. Quelli che vivono ora allo stato libero in America sono esemplari provenienti dall’Europa dopo la scoperta del nuovo continente.

    I cavalli di Bricola, così come le figure umane, sembrano provenire da un sogno che ricorre pervicacemente quasi a ricordare una valenza epocale ormai scomparsa. I colori morbidi e ricchi di evanescenze, la gestualità ampia, i fondi umbratili dai quali compaiono figure in movimento depongono per una idealizzazione trasognata.… Bricola denuncia la labilità dei nostri giorni, ma lo fa per contrapposizione: il cavaliere ed il suo cavallo travolti dagli eventi, tutti e due stramazzati a terra, lasciano trasparire i valori autentici del passato che non concedono spazio alle illusioni della società attuale.

    (dalla presentazione in catalogo di Ettore Ceriani)

  • Lorenzo Morandotti - ...guerra alla tecnologia, 2010

    ...prepara ancora le sue tele in casa e alla maniera che si usava nel Cinquecento, con colla di coniglio e altri strumenti e procedimenti rigorosamente artigianali e "poveri". E di questa fedeltà alla tradizione va orgoglioso. Anche attraverso la tecnica e il linguaggio dei materiali, la sua pittura intende denunciare con forza le contraddizioni e le disgrazie dell'epoca in cui viviamo con ironia, tensione drammatica e dinamismo, le tre punte di diamante della sua tavolozza espressiva...mette alla berlina l'uso smodato degli strumenti tecnologici che caratterizza la nostra quotidianità: telefonini, ipod, macchine fotografiche, videocamere, computer. Il tentativo, inattuale e controcorrente, è di andare oltre, di oltrepassare, o quantomeno stigmatizzare con forza, questo sistema cui le macchine ci hanno abituati...Ma a pronunciare con forza la parola ribellione, al di là di ogni presa di posizione personale dell'uomo, è la sua arte. Le terre e gli azzurri dei suoi dipinti dicono le cose di cui siamo fatti - anima e corpo, materia e spirito indissolubili - e la violenza dei gesti e delle azioni traduce la condizione di volontaria schiavitù che vede l'uomo succube degli oggetti...

  • Stefania Briccola - nell'estetica delle tecnologie di tutti i giorni, 2010

    ...La personale dal titolo «Un altro mondo» vede al centro telefonini, ipod, computer e televisori che sembrano ingaggiare una lotta silenziosa ed impari con i soggetti ritratti tra i quali spicca la figura umana colta in movimento. Le trame della pittura evidenziano le doti di un formidabile disegnatore che lascia spazio alle stesure di colore, alle sgocciolature e alla casualità del gesto. I pantaloni jeans, resi nei minimi dettagli, si ritrovano spesso nei quadri e diventano un Leitmotiv anche cromatico...

  • Giampaolo Mascheroni - la sottile linea rossa, 2013

    ...Un lungo e sottile filo rosso unisce, ma anche separa, gli ominidi dai cavalli che Silvano pone al loro fianco. È da oltre trent’anni che questa convivenza vivifica i suoi sogni e quindi i suoi segni. E guarda caso quando non ci sono i cavalli a coabitare con gli uomini e a battagliare con loro, Silvano disegna strumenti tecnologici. Forse molti si sono dimenticati che il grande Boccioni, interventista e futurista modernissimo, morì per mano - si fa per dire - di un cavallo, disarcionato come Bernardino della Ciarda nella grande giostra guerresca pittata da Paolo Uccello. Quello che il geniale, misantropo, bilioso, sarcastico Switf ha descritto con il suo Gulliver nel paese degli Huyhnhnm, per quanto riguarda gli Yahu, è ormai faccenda più vera del vero. Ecco, in tempi miserrimi come gli attuali, e non mi riferisco all’incipiente povertà economica, ma alla piattezza cerebrale di tanto insulso intrattenimento televisivo, ho visto artisti sopraffini consolarsi, per l’impossibilità di esprimersi, con estenuanti e ringalluzzenti maratone di ballo liscio...

  • Peppo Peduzzi - quasi trent'anni dopo, 2010

    ...si ritrovano oggi molti elementi formali già contenuti in quelle più giovanili esperienze. E’ presente ancora, in maniera massiccia il disegno - che in alcuni momenti arriva a una descrizione lenticolare, quasi iperrealista - ma prevale ora una maggiore libertà pittorica, con risoluzioni tecniche che gli sono proprie e che caratterizzano uno stile che lo identifica immediatamente. Vaste superfici trattate con ampie pennellate su un fondo preparato su tele di lino grezze; stesure che lasciano strati di colature trasparenti e opache , quasi a voler sottolineare la volontà di un non controllo fino in fondo dei risultati, un abbandonarsi a un “sorvegliato” elemento di casualità materica e gestuale. Su queste superfici l’artista colloca le sue ossessioni figurative inserendovi i suoi nuovi personaggi che richiamano in qualche modo quelli originari, pur con la presenza di alcuni elementi nuovi (si pensi a quei corpi fasciati da inequivocabili pantaloni jeans definiti fin nelle cuciture). Questi nuovi personaggi sembrano ingaggiare combattimenti infiniti con - per usare un linguaggio apocalittico - le “nuove forze del male”, identificate con gli oggetti tecnologici (telefonini , televisori, computers,ecc.). L’artista forse vuole sottolinearne la anti-umanità, considerandole come protesi innaturali che disturbano (più che aiutare) la vita dell’uomo contemporaneo...

  • Elio Marcianò - l'uomo-folla, 1976

    ...è evidente quindi nel Briccola una sentita evasione dai modelli comuni, dopo aver assimilato la buona lezione del Borra per un'arte concreta e per una nuova realtà. Ed è quanto mai interessante rilevare come la metodologia espressiva della sua pittura si rafforzi di fronte al più piccolo appiglio, che riesce quasi a sconvolgere la storia millenaria dell'umanità. L'uomo-folla assume dimensioni di una gigantesca visione disumana, allucinante. Il rigore del tracciato ha del metallico. Le 'immagini sono incastrate con forza costruttiva, il colore è assoggettato a questo effetto, la commozione riduce il rilievo ad una plasticità come in piani distesi di sculture stiacciate. Le scene, inoltre, appaiono stagliate in modo che ne emergano storie di anime colte nella loro vita d'eccezione.

  • Alberto Morucci - l'impulso del movimento, 1972

    ... è già decisamente artista, fortemente impegnato in ricerche psicologiche, oltre che formali. Un pittore pertanto che approfondisce il dramma umano e, con figurazione irreale, ne presenta il tragico evolversi in atteggiamenti ora imploranti, ora nella più cupa solitudine, ma più spesso danzanti in un ritmo di allucinazione. Eccezionale il senso di plasticità dato alla figura, notevole l'impulso del movimento. Nasce così un non so che di volutamente grottesco a stigmatizzare la società odierna, come la società di sempre, nata dalla forzata unione di simili-dissimili, uniti indissolubilmente dal tragico evento che fa dell'uomo un animale sociale, suo malgrado, se ascoltiamo la voce dell'individuo estrinsecare se stessa. Colori smorzati, rigore compositivo, vigoria dei corpi, imprimono nei suoi dipinti efficace espressione di ansia, inquietudine, incer¬tezza. Nel tutto è ancora 'il peso dell'angoscia e dell'incubo a de¬terminare un'inconfondibile tematica...

  • Luigi Cavadini - grafica, 2000

    ...un segno grafico deciso, a volte insistito, a volte solo annunciato, in una costruzione che recepisce e rimanda il senso di un evento nel suo divenire... cavallo, figure e cinghia rossa, 1977, litografia su pietra cm. 50 x 70 tiratura 30 copie cavallo e cinghia rossa, 1977, litografia su pietra cm. 50 x 70 tiratura 8 copie

  • Pierluigi Gerosa - grafica, 2000

    ...la libertà e la spontaneità del segno, la genialità nell’utilizzazione della ceramolle e dell’acquetinta, dimostra le enormi possibilità pittoriche del mezzo tecnico da lui utilizzato con tanta naturalezza....

  • Alberto Longatti - grafica, 2000

    ...lo studiato uso di una tecnica litografica che ha tutto il prestigio di un’antica tradizione e la modernità di segno della post­avanguardia...un segno tormentato, arricchito da annotazioni...il segno della nostra epoca di transizione che guarda senza più illusioni al passato per leggervi qualche indicazione di percorso futuro...

  • Luigi Cavadini - Dripping & digital, 2001

    ...nell’opera si inserisce con una valenza mutuata dall’informale, il dripping, lo sgocciolamento del colore che accresce la drammaticità del racconto. Il cielo, scuro e colmo di nubi, o la figura umana, stravolta o semplicemente pensosa, sono spesso sorgenti di questo colore grondante che suggerisce trame oscure o situazioni non certo facili e piacevoli.

  • Luigi Cavadini - Umani vizi, 1994

    ...quella luce che sembra filtrare da luoghi lontani o che irrompe nel bel mezzo del dipinto, quelle figure raccontate solo attraverso i profili tracciati dai riflessi di luce o dal succedersi di linee sottili che ne mimano il movimento, quei tracciati che legano figura a figura o ne separano nettamente i campi di azione... Particolarmente efficace in tutti i dipinti risulta il taglio dell'immagine, sempre giocata per linee oblique ( spesso la diagonale ) che esaltano la tensione interna della composizione e ne estendono ancor più i messaggi e gli echi di essa...

  • Luigi Cavadini - Doppia dimensione: l'uomo e l’ambiente, 1986

    ...scorci di interni. azioni quotidiane, momenti di relax o di lavoro... una riflessione che va oltre l'immediatezza dell'immagine per riconquistare le sensazioni più intime, i più nascosti sentimenti, le più semplici motivazioni di vita... Il segno grafico riprende una posizione di primo piano, divenendo strumento eloquente al pari del colore e assumendo a volte una valenza interpretativa indispensabile per la significatività del quadro.

  • Dino Villani ­ - Costrizioni e metamorfosi, 1974

    è sempre lo stesso uomo, divenuto un simbolo senza caratteri personali....
    sempre un po' attore caricato a molla...
    sulla scena che lo vede agire ed assiste placida alle sue azioni allucinate e surreali...